Mamma, comprendimi fin d’ora:/ dovrai ben comprendermi, un giorno /anche gli altri dovranno. / M’avresti capita di certo / se fossi fuggita con un amante / sei una sentimentale, / e all’età mia queste fughe / finiscono in marcia nunziale. / Avresti compreso / se me ne fossi andata / perché volevo diventare una stella della televisione / pagata un milione per sera: / Mamma fà uno sforzo, / cerca di capirmi … Non me ne sono andata / per guadagnare molti soldi / né per vivere un romanzo rosa: / ti ho lasciata / per qualcosa credo sia giusto. / Mamma, perdonami / di non aver sposato il ragazzo del quarto piano / che aveva un avvenire ben assicurato / all’Esattoria Comunale. / Perdonami / per la veste nuziale / che non potrai comperarmi. / Non sono quella che sognavi, / ma non sono nemmeno quella che tu piangi. / Sono una figlia / come tante altre: / una sconosciuta/ che ti somiglia/ e fa una vita che non ti piace./ …Ti voglio bene, mamma, / come possiamo amare oggi: / senza commozione/ e senza pietà.
Alba de Céspedes, scrittrice e poetessa italo cubana, dedica questa poesia alle ragazze che nel quartiere Latino realizzavano il ’68 parigino. Rileggerla oggi, porta alla luce un significato nuovo.
A tutte le ragazze e ai ragazzi che se ne sono andati (lontano) per compiere un destino impossibile. A tutti i Smalltown boy, cantati da Bronski Beat, e a tutte quelle che She’s leaving home dei Beatles, o alle Ragazze (che tutto sommato) stanno bene. A tutti i coming out taciuti o mai accettati. Da Capo nord a Capetown, indistintamente.
In copertina, un quadro della scrittrice Marjane Satrapi